Chi ha aderito alla nostra chiamata allo scrivere, questa volta è L’Associazione Meti di Milano, un’Associazione che si rivolge agli adulti che hanno subìto abusi nell’infanzia, che vogliono capire quanto è  successo nel loro passato, per vivere meglio il proprio presente. Fanno capo a METI professionisti in ambito psicologico, legale, della scrittura delle emozioni, della meditazione, dell’arte terapia: per accogliere e ascoltare, per intraprendere un cammino comune di benessere e riequilibrio attraverso il sostegno individuale e il lavoro di gruppo, l’auto- mutuo aiuto e il confronto, il lavoro sul corpo e sulle emozioni.  Fanno parte dell’Associazione anche persone che hanno vissuto lo stesso tipo di esperienze e che sentono la necessità di mettere in comune, con chi si rivolge all’Associazione, vissuti e percorsi. 

Ci presentano un progetto ed una mostra a cui prestare la nostra attenzione più sincera,

Grazie davvero ai referenti dell’associazione ed a tutti voi buona lettura!

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Complessità è tenere insieme il passato con il presente, complessità è integrare nella propria identità l’esperienza di essere stata abusata, complessità è abitare ogni giorno dando un significato ai traumi subiti per non farsi schiacciare da essi.

Complessità è fare i conti ogni giorno con il disturbo post traumatico da stress, complessità è tenere insieme i pezzi della propria vita senza annegare nel dolore e nella disperazione.

Complessità è ricordare, affrontare, rielaborare.

Complessa è l’esistenza delle persone che, con coraggio, si sono messe dietro e davanti l’obiettivo per realizzare “Ri-scatti”: una mostra fotografica che vuole raccontare gli stralci della loro vita, di chi in infanzia ha subito violenza.

Alcune di loro l’hanno subita in famiglia, altre nella scuola o nello sport. Alcune hanno affrontato un processo e altre lo stanno affrontando, alcune non lo affronteranno mai. Alcune hanno subito violenza fisica, altre sessuale, tutte sono state violentate psicologicamente e ne portano i segni dentro e fuori ancora oggi. Il tempo non basta a guarire certe ferite, e tutte loro sono impegnate ogni giorno in battaglie pubbliche e private per ottenere giustizia e riscattare le loro storie.

Con questo progetto fotografico le protagoniste dell’esposizione vogliono invitare il visitatore nei loro ricordi, nelle loro lotte, nelle loro sofferenze e nelle loro vittorie: prendendolo per mano e conducendolo attraverso i 30 scatti in bianco e nero che, con accanto una descrizione, raccontano un pezzo di esperienza della vittima di abuso, vogliono mostrare cosa significa la violenza sulla pelle di chi l’ha vissuta.

La mostra si terrà a Milano dal 6 all’11 maggio in via Oglio 18 e verrà inaugurata sabato 4 maggio alle ore 15 con un incontro sul tema dell’abuso in infanzia.

Per informazioni: Facebook, Associazione Meti