Ci sono temi che sono impegnativi e complicati da affrontare ed altri , non meno complessi, che smuovono e solleticano l’interesse di chi ci segue e ci supporta più facilmente!

Sono temi che, proprio  grazie ai contributi che ci vengono regalati, possono essere esplorati da punti di vista inediti,  creativi ed inconsueti ed aprire veri  e propri spazi di riflessione e confronto!

E’ il caso della riflessione che ci ha inviato , su nostro invito, Reginaldo Palermo, nel quinto ( ma non ultimo!!!) contributo del mese sul tema della innovazione !

Reginaldo Palermo è stato maestro elementare e direttore didattico,  è vicedirettore della testata on line www.tecnicadellascuola.it e si occupa da anni di problemi di politica scolastica e di pedagogia.

Che cos’è l’innovazione in natura ? Quante e quali sono le opportunità di cambiamento e rinnovamento che gli altri sistemi di vita presenti sulla terra hanno attivato, finora, per adattarsi e modificarsi con il cambiare delle proprie condizioni di vita ? Forse l’innovazione non è sempre qualcosa di …nuovo!

Ringraziamo  Reginaldo per il tuo contributo …e vi invitiamo a leggerlo con occhi nuovi e dirci cosa ne pensate!


INNOVAZIONE

Essendomi stata chiesta una riflessione sul tema dell’innovazione sono andato subito a ricercare la parola nel dizionario Treccani e ho trovato la definizione più ovvia e conosciuta: “l’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione”.

Ma ho scoperto anche una accezione molto tecnica del termine che non conoscevo:  in botanica, si intende innovazione un giovane ramo di muschi e di altre piante inferiori; in altre piante superiori l’innovazione è il germoglio.
E cos’è un germoglio se non qualcosa da cui ha origine nuova vita?

Incominciamo quindi a mettere un primo punto fermo: possiamo parlare di innovazione quando ci troviamo di fronte a fatti/eventi che promuovono la vita e l’evoluzione.
Insomma, potremmo dire che non ogni cambiamento è innovazione.
L’innovazione, per essere davvero tale, deve essere significativa e deve indurre “programmi” duraturi ed estesi.
Molto spesso, invece, usiamo l’aggettivo “innovativo” per riferirci a cambiamenti e “novità” limitate che vanno a vantaggio di pochi gruppi o poche categorie di persone o che, addirittura, hanno “effetti collaterali” poco desiderabili.
Facciamo un esempio.
Negli ultimi due-tre decenni l’uso di attrezzature ultraleggere, tra cui bombole di ossigeno che pesano poco più due chili (Compagnoni e Lacedelli scalarono il K2 con bombole da 20 chili!) ha aperto la strada degli “ottomila” a plotoni di alpinisti: una bella innovazione, si dirà!
Ma forse no, se si pensa che – come si legge nei racconti di molti alpinisti – il Colle Sud dell’Everest, da dove partono le spedizioni per l’attacco finale alla montagna, è ormai diventata una vera e proprio “discarica” a cielo aperto con cumuli incredibili di bombole vuote.
Tanto è vero che Reinhold Messner (e altri con lui) si sono rifiutati per anni di scalare un qualunque ottomila con l’ossigeno.
Allora: sono innovative le bombole ultraleggere o sono innovativi i metodi di allenamento e di preparazione psico-fisica di chi sale senza farsi aiutare dalle bombole?
D’altronde uno dei massimi filosofi di questi ultimi decenni, il francese Edgar Morin, ci ricorda che il vero (e forse l’unico) problema di cui oggi ci dovremmo occupare seriamente ha a che fare con una domanda semplice ma imbarazzante al tempo stesso:  quale mondo vogliamo lasciare alle nuove generazioni?
In una intervista rilasciata qualche tempo fa al Venerdì di Repubblica Morin diceva: “In passato si pensava che la storia fosse guidata dalla legge del progresso. Le crisi del XX secolo hanno spazzato questa illusione”.
E concludeva:  “Al sistema terrestre minacciato da tutte le parti resta solo la via della metamorfosi.

In natura, un sistema, quando non riesce più a risolvere i propri problemi vitali, se non vuole perire, è costretto alla metamorfosi. Il bruco è capace di autodistruggersi e autoricostruirsi per diventare una farfalla. L’idea della metamorfosi non è una follia, è una realtà che si è già realizzata altre volte nella storia del Pianeta, nella preistoria ma anche nel Medioevo”.(L’intervista completa è disponibile qui  !)

Ecco, forse, più che inseguire l’innovazione a tutti i costi dovremmo incominciare a pensare alla metamorfosi.