Primo articolo del mese sul tema del contatto!!

Chi ci scrive e ci dona qualcosa di delicato e profondo è  Mariaconcetta Di Domenica, Assistente Sociale che lavora per piccole realtà abruzzesi dal 2008.   Ha iniziato a lavorare fin da subito per Cooperative Sociali che gestiscono servizi residenziali e non. Senza una guida reale, un mentore, si è costruita e si costruisce pian piano.

Fondamentale nel lavoro è sempre stato per lei il rapporto con le persone e/o gli utenti per i quali non è stata e non è solo un’assistente sociale ma è Mariaconcetta. Piccole realtà, il mondo cooperativo, ci si conosce tutti. Si diventa un punto di riferimento e si conquista il rispetto come persona e come professionista. Si deve essere professionali ma non troppo, amichevoli ma non troppo. Nulla di impossibile se si stabilisce il giusto contatto in primis con se stessi e, quindi, con gli altri!

Perchè sceglie come immagine di apertura, quella di un elefante? Ce lo spiega così: Potrebbe sembrare inusuale, ma che creature meravigliose sono! Tanto grandi quanto altrettanto docili, dolci e delicate. Quanto grandi e spaventose sono a volte le sfide che noi assistenti sociali ci troviamo davanti? Tanto, ma se troviamo la giusta docilità e dolcezza nell’approccio, riusciamo ad infondere sicurezza e protezione.

Grazie ancora alla collega per aver risposto alla nostra chiamata allo scrivere e buona lettura a tutti voi!!

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CONTATTO … CON…TATTO

 

Contatto, che bella parola, piena risonante, avvolgente e coinvolgente soprattutto. È una parola, un termine a me molto caro ed interiore.

Pensateci un po’, chiudete gli occhi e ripetete a mente o sussurrando più volte CONTATTO. Dove vi porta? Che sensazioni vi provoca?

Ebbene, è stato per me un esercizio fondamentale per aiutarmi a gestire un progetto di animazione.

Era la prima volta, non c’era un progetto professionale precedente, non sapevo cosa offrire, né tantomeno cosa si aspettavano che offrissi e come lo offrissi. Io, sola con gli anziani, alcuni perfettamente lucidi, altri con demenza senile, altri ancora con Alzheimer. Come potevo essere coinvolgente per tutti nello stesso posto ed allo stesso momento. Mi dissi “forza, devi trovare un contatto, un contatto, un contatto…” e ricordo che me lo dissi prima di addormentarmi. Allora capii, entrai dapprima in contatto con me stessa e realizzai che dovevo mettermi in Contatto con quelle persone Con Tatto.

Così mi ritrovai il giorno seguente a scoprire i loro occhi, a cogliere i loro stati d’animo… Riuscii a stabilire con naturalezza contatti visivi ed emozionali, ma poi c’era anche chi aveva bisogno di contatti fisici, una presa per mano, una carezza, un abbraccio e chi, aveva bisogno di starsene da solo, o di tempo per fidarsi, per avvicinarsi o essere avvicinati.

Quando non sappiamo come arrivare agli altri, arriviamo prima a noi stessi e Con Tatto ci troveremo a stabilire un Contatto.