Ed è di nuovo lunedì, secondo articolo del mese sul tema del rischio,

confezionato per voi dall’equipe di lavoro del Servizio Adolescenti Gio@Care dell’asl della Città di Torino!

Chi sono? Di che cosa si occupano? Come il tema del rischio coinvolge operatori ed adolescenti?

Addentratevi nella lettura e scoprite insieme a noi le caratteristiche di questo innovativo servizio!

Grazie davvero a tutta l’equipe di lavoro per aver accolto, dopo averci incontrate nelle attività dello sportello nella Casa del Quartiere di Vallette, la possibilità di partecipare al nostro blog! 

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Il tema del rischio ci coinvolge in prima persona come operatori del Servizio Adolescenti “Gio@Care” che si occupa dei problemi legati alla dipendenza e si rivolge ai giovani fino ai 21 anni.

Ci dedichiamo a questa fase evolutiva, fortemente caratterizzata dalla sfida al pericolo attraverso la messa alla prova dei propri limiti e la sperimentazione di comportamenti che possono mettere a repentaglio tanto la salute fisica quanto il benessere psicologico e sociale dei giovani. Inoltre la fascia di età a cui ci rivolgiamo è quella in cui mettendo in crisi il modello proposto dagli adulti di riferimento, si valorizza al massimo il confronto coi pari e si assolutizza la loro esperienza.

La ricerca del rischio, in adolescenza, non deve essere interpretata solo in termini di psicopatologia o di devianza ma deve essere compresa nella relazione tra l’adolescente e il suo contesto e può avere diverse funzioni. Le condotte a rischio sono modalità dotate di senso, usate da numerosi adolescenti, in uno specifico momento della loro vita e in un particolare contesto, per raggiungere scopi personalmente e socialmente significativi, in particolare lo sviluppo dell’identità e la partecipazione sociale.

La scelta di attuare comportamenti rischiosi discende da una combinazione di percezioni e valutazioni, legate non tanto ai costi quanto ai benefici riconosciuti ad una certa azione in un contesto fisico, sociale e temporale ben definito. Facciamo alcuni esempi.

Misurarsi con i pari per affermare se stessi, può intensificare la gravità nel rischio, e dare l’ illusione di controllo (es. di comportamento a rischio: guida pericolosa, diete pericolose. Attività salutare: impegno nell’attività scolastica).

Nella relazione con l’adulto l’adolescente cerca:

  • di esplorarne le reazioni ed i limiti (comportamenti trasgressivi attuati per vedere come l’adulto reagisce, se i divieti sono reali. es: abbigliamento anticonformista).

  • di differenziarsi ed opporsi (ricerca di nuovi modelli tra i coetanei contro i modelli genitoriali. Solo quando l’identità sarà salda sarà possibile accettare le somiglianze tra sé ed i propri genitori).

Anche il comportamento sessuale può diventare un comportamento a rischio, ma in realtà non lo è di per sé. Il comportamento sessuale promiscuo può essere una fuga dalle difficoltà sociali e relazionali, a cui si accompagnano un disimpegno scolastico e una mancanza di progettazione. Avere molti partner sessuali già in adolescenza può essere dettato dal desiderio di trasgredire, da un bisogno di adultità esasperato. In una società che offre un’immagine di persona che non deve impegnarsi, che può avere la soddisfazione immediata dei bisogni, è importante che gli adolescenti abbiano invece modelli di persone che non danno importanza solo all’immagine ma anche all’impegno e alla riflessione su se stessi. Nell’adolescente è ancora in corso lo sviluppo delle capacità autoregolatorie (controllo degli impulsi, pianificazione, previsione) che fanno capo a processi cognitivi esecutivi, quali il saper interrompere un comportamento rischioso, pensare prima di agire e saper scegliere in modo conservativo. L’adolescente per crescere in modo equilibrato deve poter sviluppare una modalità di ragionamento logico-analitico. L’adolescente è maggiormente impulsivo rispetto all’adulto, è quindi incapace di ritardare le gratificazioni e ha una scarsa abilità di pianificazione;che può essere invece sviluppata attraverso fattori di protezione nel corso della crescita.

Marvin Zuckerman1, psicologo (1979), ha messo in rilievo un tratto di personalità alla base del comportamento “ricerca del rischio”: il sensation seeking, ossia il bisogno di nuove sensazioni ed esperienze e la conseguente propensione ad assumere rischi fisici e sociali con lo scopo di sperimentarli. Ricerca di sensazioni ed impulsività, estroversione ed instabilità emotiva.

Le sostanze illecite, gli alcolici, la sessualità, il rischio estremo sperimentabile con comportamenti fortemente adrenalinici (come il parkour), il proprio corpo che cambia, rappresentano per gli adolescenti alcune realtà con le quali confrontarsi nel faticoso compito della costruzione del proprio sé.

Riferendoci al nostro ambito di intervento, il consumo delle sostanze negli adolescenti può avere diverse funzioni:

  • anticipare l’adultità, per continuità o opposizione col mondo adulto;

  • trasgressione legata all’abuso e all’illegalità;

  • sperimentazione di sé, della propria resistenza, degli effetti e della ricerca dello sballo;

  • rito di passaggio/ iniziazione;

  • creazione di legami coi pari o intergenerazionali;

  • fuga(dalle difficoltà, dal confronto e dai sentimenti spiacevoli.

Quando l’uso della sostanza va oltre la sperimentazione ed essa diventa l’unico filtro attraverso il quale il giovane giudica ed interagisce con la realtà, si può instaurare la dipendenza.

Intervenire su quest’ultima significa condurre il giovane verso la riappropriazione delle emozioni, talvolta anche attraverso una vera e propria riscoperta di esse, per imparare a valorizzarle e gestirle. Nel nostro servizio “Gio@care” accogliamo e trattiamo giovani che hanno avuto sperimentazioni con la sostanza e comportamenti a rischio. Obiettivo primario è la diagnosi precoce, fondamentale per poter inquadrare la condizione del giovane che si presenta ed eventualmente intervenire affinché non si instauri una dipendenza.

Quando invece attraverso il percorso di valutazione emergono abuso e/o dipendenza, offriamo un trattamento personalizzato che si sostanzia in colloqui psicodiagnostici, interventi di psicoterapia (individuale e familiare), valutazione medico-sanitaria, colloqui di counseling motivazionale e accompagnamento socio-educativo.

Anche la famiglia che accompagna il giovane può ricevere consulenza e/o trattamenti di psicoterapia familiare. Molto spesso prima dell’incontro con i giovani veniamo contattati da genitori che sentono l’esigenza di confrontarsi rispetto ad atteggiamenti problematici che osservano nei loro figli adolescenti.

Tra le nostre attività trattamentali, sono previsti anche momenti ludico-ricreativi e di svago organizzati per e con i giovani sul territorio cittadino, con lo scopo di renderli il più possibile protagonisti e consapevoli nella gestione ed organizzazione del proprio tempo libero.

L’Equipe di lavoro del Progetto Adolescenti è composta da un medico Neuropsichiatrica Infantile, due psicologi, un’assistente sociale e tre educatori professionali, all’interno della Struttura Complessa Dipendenze Nord dell’Asl Città di Torino – Dir. Dr. Emanuele Bignamini – in collaborazione con la Cooperativa” Frassati”.

1 Zuckerman, M., (1979). Sensation seeking. Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum.
Per saperne di più: 
https://www.stateofmind.it/2014/10/sensation-seeking-rischio/