Mai darsi per finti, fino alla fine!

E in effetti, mentre eravamo pronte a perdere le speranze che ci sarebbero giunti dei contributi sul tema del mese, LA CRISI, ecco che una giovane collega assistente sociale libero professionista, che si divide tra il lavoro con i clienti privati e l’esercizio della professione presso i centri di accoglienza con i rifugiati ed i richiedenti asilo ci invia il suo contributo!

 Alessandra Flori,  non è una neofita del nostro blog e già mesi addietro ci aveva raccontato il suo punto di vista su untema complicato come la sofferenza!

Da circa un anno Alessandra ha deciso di iniziare a svolgere la libera professione  per accompagnare le mamme, i papà, i bambini, gli adolescenti ed i giovani adulti che si trovano in difficoltà a intraprendere un percorso di cambiamento, mettendo in luce le loro risorse personali.

Per conoscere meglio Alessandra vi consigliamo di seguire la sua pagina wordpress.com/post/alessandrafloriassistente , per conoscere come personalmente e professionalmente si è evoluto nel tempo il suo punto di vista sulla CRISI eccovi il suo articolo!

Buona lettura e…Grazie Alessandra!!!


CRISI E CRITICITA’

“Crisi” è una delle mie parole preferite. Ma non lo è stato immediatamente.

L’accezione che le davo era totalmente negativa, sia nella vita privata che in quella professionale.

Leggevo un libro in cui spunta la frase “crisi è una parola bellissima, significa scelta”.

Io così attenta sia alle parole che ai momenti di crisi, sono rimasta di sasso. Nella mia testa un nichelinesissimo “maa veeeerooooo?” che ha smosso degli ingranaggi.

Ho pensato prima alla mia vita, più facile.

Procrastinatrice seriale, le crisi per tanto tempo cercavo di non vederle, le prolungavo con la superficialità di chi dice “è un momento, passerà” e con la fiducia che tutto ciò che si rompe si possa riaggiustare o sia comunque da conservare.

Il significato etimologico del termine “crisi” viene dal greco krino, che significa decidere, scegliere.

Dunque tutto questo procrastinare situazioni di crisi in realtà non è altro che procrastinare una scelta, una decisione e la semplice ammissione che non tutto ciò che si rompe può essere aggiustato o conservato.

Alcune cose si rompono in modo irreversibile e vanno gettate, non conservate.A forza di conservare rischiamo di trovarci le mensole ricolme di oggetti rotti che occupano spazio.

Non è semplice, ci vanno due C per uscire da una Crisi: Consapevolezza e Coraggio. Entrambi sono essenziali per scegliere. Che non vuol dire per forza cambiare totalmente e sovvertire l’ordine delle cose, ma anche comprendere che in determinate circostanze è necessario cercare gli strumenti fuori da noi.

Poi, ho pensato alla professione che ho scelto, ma pensandoci, sono tornata indietro, al tirocinio accademico. All’abusata frase “individua i punti di forza e le criticità”, ripetuta verbalmente e nelle esercitazioni come un mantra e a me ste criticità proprio non scendevano. Innanzitutto, chi sono io per individuare le criticità di un servizio o all’interno di una situazione? Ma soprattutto (altro pensiero nichelinesissimo) “eddopo?” , tanto le risorse sono quelle, il sistema è quello, l’istituzione è quella…e altre banalità appiattite e sconcertanti.

Allenarsi a guardare alle criticità nel lavoro sociale è fondamentale per ripensare agli interventi e per calibrarli su chi ha bisogno di aiuto. La stimolazione del pensiero critico è fondamentale per provare nuovi percorsi.

E non centrano soltanto l’elasticità mentale, la propensione individuale e l’apertura. Bisogna scegliere, a partire dal non fermarsi davanti alle criticità, ma andare oltre.

Ecco come crisi ora è una delle mie parole preferite e ora non mi sono più antipatiche nemmeno le criticità: in entrambi i casi ho la consapevolezza che ogni scelta, più che cambiamento, genera possibilità.