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Finalmente è arrivato! Ecco a voi il primo contributo sul tema del mese: Spazio!
Chi ha risposto alla nostra chiamata allo scrivere è Arianna Boscarino, una guida turistica davvero speciale, una narratrice delle periferie di Torino e dei loro dintorni, organizzatrice di
Tour che raccontano di Storia, Lavoro, Ambiente, Sviluppo Urbano e di Trasformazioni Sociali
Per cittadini curiosi!
Nel testo entrerete con lei in uno Spazio davvero speciale, i cortili di Torino!
Buona lettura a voi e ancora grazie ad Arianna!
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Durante il lavoro di preparazione dei tour nel quartiere di Mirafiori, le storie che più mi hanno affascinato sono quelle che descrivono la vita nei cortili delle case popolari tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta. In particolare mi capita spesso di confrontare le esperienze di gioco libero e all’aperto di quegli anni con quelle che ultimamente osservo lavorando in un centro estivo per bambini di età dai 6 ai 10 anni. I bambini di oggi spesso si disperano se perdono o se non giocano a quello che vogliono loro, oppure dicono in continuazione “e adesso che si fa?” o “ma io mi sto annoiando” perché non trovano nulla con cui giocare.
Una volta bastava poco, dei gessetti, un elastico, delle biglie, un pallone, una corda e se non pioveva, i bambini stavano giù in cortile per ore. Trascorrevano il pomeriggio all’aperto e al sicuro, in quel luogo avventuroso e familiare che era il cortile in cui le uniche regole da rispettare, erano “su per l’ora di cena”, “niente risse”, “guai a chi rovina i pantaloni”.
I cortili esistono ancora ma nella maggior parte dei casi non sono più come una volta, lo spazio è come fosse invecchiato: ha perso le voci e i colori, è spesso occupato da garage o da macchine posteggiate, ci sono i bidoni della raccolta differenziata e ci sono molte più regole.
D’altra parte oggi come potrebbe essere diversamente?
Tra i nemici del “gioco libero” troviamo innanzitutto la mancanza di tempo. Il cortile non vuole orari e, per questo, non rientra più nell’agenda dei bambini che, terminata la scuola sono sempre più occupati nelle attività extracurriculari, di teatro, canto, chitarra, calcio, nuoto ecc. I pomeriggi sono
1 fitti di appuntamenti e il sabato e la domenica si deve stare insieme ai genitori che, difficilmente sono disposti a rinunciare alle quelle poche ore di tempo da dedicare ai loro figli in nome del gioco libero.
Poi, alla mancanza di tempo e di spazio libero in cortile si aggiunge anche l’assenza di comunità e solidarietà tra cond mini: non c’è più tolleranza al gioco e al rumore e senza il controllo di portinai è difficile trovare adulti che si assumano la responsabilità di guardare anche i figli degli altri.
C’è poi un’altra questione: il decoro e l’igiene condominiale. A questo proposito, quante volte capita di incontrare cond mini che credono che il posteggio delle biciclette in cortile danneggi il decoro e l’igiene condominiale più del posteggio delle macchine?
Oggi, i cortili rappresentano spazi di rappresentanza, zone asettiche di passaggio, anticamere dei parcheggi. Quando i bambini s’incontrano, giocano nei salotti di casa che, oltre ad ospitare la televisione, per certi versi hanno assunto il ruolo dei cortili, ovvero sono diventati i nuovi spazi di socializzazione.
Peccato, perché per la loro costituzione architettonica i cortili sono perfetti per creare una “terra di mezzo”, uno spazio fisico tra la casa e la strada, dove per il bambino esplorare è un rischio misurato e una sfida quotidiana.
Il gioco libero è naturalmente fondamentale per i bambini che imparano a rallentare i loro ritmi di vita: la noia e l’attesa non sono così negative perché stimolano la creatività e il saper scegliere quello che si vuole fare in quel momento. Inoltre, non si può negare che la partecipazione al gioco nei cortili è stato e potrebbe continuare ad essere uno strumento in grado di superare le barriere del vicinato perché è un modo per conoscersi, rispettarsi e imparare le regole dello stare insieme.
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