Il secondo contributo del mese sul tema della ricerca è scritto da Giovanni Salierno,

un Fisico…

estraneo, ma non troppo, al mondo del sociale !!!

Giovanni infatti dopo essersi  laureato in Fisica nel 1996 dal 2001, lavora nel settore della metrologia industriale ma negli anni ’90, all’interno di una associazione giovanile, si occupa anche di disagio giovanile e di strumenti concreti per affrontare la disoccupazione, come i centri di informazione territoriali ; mentre dal 2012 all’interno della Ass. Etica  e Lavoro Pasquale Tavano, si dedica alla conservazione della memoria della strage fascista del XVIII dicembre 1922.

Dal 2000, in qualità di socio e volontario, sostiene e diffonde i progetti delle botteghe torinesi del commercio equo e solidale…ed è lì che una di noi l’ha incontrato la prima volta… sorseggiando ed imparando a degustare un “buono e giusto” caffè equo e solidale!!! 

Un uomo che per passione, professione ed indole ama persegue e vive quotidianamente la sfida della ricerca…e ce la racconta nel suo prezioso “buono e giusto” contributo!

Buona lettura a tutti voi e…GRAZIE Giovanni!!!! 


LA SFIDA DELLA RICERCA

Esiste una (La) Verità assoluta? Forse no, ma la storia dell’evoluzione dell’umanità è scandita dai tempi con cui sono state effettuate scoperte e innovazioni in tutti i campi della conoscenza, processi spesso faticosi intrapresi da grandi “sognatori e sognatrici” per cercare una verità (o presunta tale).
Per raggiungere la Conoscenza è necessario intraprendere percorsi di ricerca, che a priori possono non portare ai risultati sperati (nella storia dell’umanità sono infatti molteplici le vicende in cui a fronte di un esperimento scientifico sviluppato per dimostrare un fenomeno fisico o chimico si sono scoperti in realtà altri aspetti più rivoluzionari).
In questo contributo illustrerò con semplici suggestioni 3 ambiti differenti di cui mi occupo per professione o per passione: ricerca storica, metrologica e artistica.
Ricerca storica


In un recente appello apparso per la ricorrenza del 25 aprile, “La Storia è un bene comune, salviamola”, i tre autori dell’ appello sottoscritto da 50mila lettori online  (A. Camilleri, L. Segre e A. Giardina) chiudono l’appello scrivendo: “…che dentro l’università sia favorita la ricerca storica, ampliando l’accesso agli studiosi più giovani.”

Da questo appello risulta evidente la necessità di riprendere in mano i libri di storia ed investire risorse pubbliche nella ricerca per evitare che romanzieri e politicanti di dubbia credibilità possano riscrivere la storia del fascismo partendo da dettagli secondari presunti veri e ricreando un contesto fantasioso che censura fatti essenziali.
Dal 2012 all’interno della associazione Etica e Lavoro P. Tavano svolgiamo attività di conservazione della memoria storica della strage del XVIII dicembre 1922 mediante strumenti innovativi come un tram della memoria, serate con letture di testi e poesie. Nel 2017 abbiamo organizzato con l’Istituto per la Resistenza G. Agosti di Torino (Istoreto) un seminario sulla violenza fascista a Torino e Parma nel primo dopoguerra. A seguito di questo seminario è stato naturale proseguire il ragionamento su come approfondire scientificamente la conoscenza dei dati di tale violenza.
La ricerca è effettuata sotto la direzione scientifica dell’Istoreto, mentre l’associazione Etica e Lavoro ha dunque deciso di sostenere finanziariamente questo progetto per noi molto oneroso ma in cui crediamo fortemente.

Per approfondire e sostenere il progetto :  https://www.produzionidalbasso.com/project/la-strage-di-torino-del-xviii-dicembre-1922-progetto-di-ricerca/

 

 

Ricerca Metrologica
Mi sono laureato nel 1996 presso l’Istituto di Metrologia Gustavo Colonnetti di Torino (oggi confluito  nell Inrim. Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica). Dal 2001 lavoro nel settore della metrologia industriale. E’ evidente come la ricerca scientifica, oggi più che mai, abbia bisogno di ingenti finanziamenti. Quello che viene studiato negli istituti pubblici di ricerca viene poi successivamente applicato nelle innovazioni tecnologiche dalle aziende private. Il grande dibattito attuale è sul ruolo e finalità degli investimenti privati volti a  indirizzare la ricerca pubblica (e l’indipendenza delle Università e degli Istituti di ricerca pbblici). Nel settore in cui lavoro la sinergia sembra necessaria e il continuo confronto tra pubblico e privato è il motore propositivo per il miglioramento delle tecnologie volte alla misurazione e, come si sa, la “giusta misura” è simbolo di equita’ sociale (non a caso la Giustizia è rappresentata nelle aule di tribunale da una bilancia). Il 20 maggio si é realizzata una rivoluzione straordinaria della definizione del Sistema Internazionale delle unita’ di misura. Nella vita quotidiana di ognuno di noi non ci sono stati cambiamenti ma nella storia dell’ umanità si è posizionata una pietra miliare. I 145 paesi che sottoscrivono gli accordi al BIPM hanno votato all’unanimità questa svolta. (Immaginiamo quanto sia impossibile all’Onu avere un voto unanime.. sic).

 

 Ricerca artistica
Gli Artisti, (quelli veri…) sono mossi da una “ossessione creativa” per comunicare attraverso le opere la loro Verità interiore nell’interpretazione del mondo. La sfida della Ricerca è dunque un fattore che accompagna costantemente la loro carriera. Ho avuto la fortuna di conoscere due artisti all’apice della loro carriera (Emilio Isgro’ e Rosanna Rossi) e dalle discussioni sul ruolo dell’artista nella società contemporanea emergeva la loro chiara necessità di voler raccontare sempre qualcosa di nuovo attraverso la sperimentazione di nuovi cromatismi (Rossi) e provocazioni sulla cancellature delle parole (Isgrò).

Concludo questo contributo in un blog di Assistenti Sociali, incominciato parlando di memoria storica e di investimenti pubblici, ricordando la straordinaria esperienza realizzata da Maria Lai ad Ulassai l’8 settembre 1981.

 

A fronte di una richiesta all’artista dell’allora sindaco del paese di realizzare un monumento alla memoria dei Caduti di Guerra, la Lai rivoluzionò il mandato passando dall’idea di un opera “fredda” per i morti alla visione di un opera per i vivi.

Il percorso durò un anno e mezzo tra mille difficoltà, opposizioni e intoppi. Si realizzò infine in una performance collettiva che oggi nei libri di storia dell’Arte viene citata come primo esempio di Arte Relazionale: Legarsi alla montagna.

Ripercorrendo la narrazione di una leggenda, in tutto il paese venne srotolato una nastro azzurro (un “filo” di 27 km fatto di tela di jeans). Le case collegate da questo nastro di parenti venivano segnate con simboli di fraternità se le persone erano parenti o senza nulla se c’era della discordia. La punta del nastro venne portata in vetta alla montagna che domina il paesino dell’Ogliastra da scalatori.

L’opera immateriale è ricordata in un video di Tonino Casula, dalle fotografie di Berengo Gardin ed esibita alla Biennale di Venezia del 2017.

L’esperienza di quei giorni vive ancora nella memoria dei compaesani di Maria Lai che fieri ricordano la loro partecipazione attiva all’evento.