Il secondo articolo del mese ci arriva “caldo caldo” dalla Sardegna, grazie alla scelta della collega Daniela Aresu di cogliere il nostro invito alla scrittura !

Abbiamo conosciuto Daniela durante il Social Speed Date e fin da allora ci è stato chiaro di aver conosciuto un’assistente sociale la cui curiosità e fame di “novità” è inarrestabile 

Leggere e guardare  sui social la nascita ed evoluzione dell’innovativo e concreto progetto che è riuscita a creare in collaborazione con due psicoterapeute ne è la conferma  ! 

Lasciamo che sia Daniela stessa a presentarsi e la ringraziamo per il suo appassionato contributo, sulla novità che non potrà che destare la vostra…curiosità ! 

“Conseguo la laurea triennale in Servizio Sociale presso l’Università di Cagliari nel febbraio 2011 successivamente mi iscrivo al corso di laurea specialistica presso l’Università di Torino laureandomi nel novembre 2014. Ancor prima di conseguire la laurea specialistica motivazioni personali mi portano a tornare in Sardegna e seppur prima non fossi tanto sicura di voler progettare la mia vita nella mia terra, in questo periodo, raggiungo la consapevolezza di voler crescere sia personalmente che professionalmente in questa bellissima isola e inizio a progettare perché ciò avvenga. Subito dopo la laurea vengo assunta da una famiglia per sostenere un bambino con sindrome dello spettro autistico, la mia mancanza di conoscenza a riguardo e la consapevolezza che non fosse sufficiente la sola buona volontà mi ha portato a formarmi e ho frequentato numerosi corsi di formazione tra cui anche un corso di perfezionamento dell’Università di Modena e di Reggio Emilia e il corso per diventare tecnico comportamentale; ancora oggi sono in continua formazione. Dopo circa un anno, nel 2016, fondo, con due psicoterapeute,  lo studio de “Il Mondo del Piccolo Principe” nel frattempo lavoro come assistente sociale nell’area minori e famiglie presso il privato sociale e mi formo a riguardo specializzandomi in coordinazione genitoriale e family social coaching. Ad oggi oltre alla mia attività  privata lavoro come assistente sociale coordinando un’equipe integrata presso il centro per la famiglia del Plus Area Ovest della Sardegna.

La curiosità fa parte di me e continuo a formarmi e a cercare di crescere a 360 gradi. “


 

Novità è anche un po’ curiosità…

Rientri a casa, distrutta, è stata davvero una giornata emotivamente pesante, quelle giornate in cui passi al setaccio e metti in dubbio qualunque tua scelta, qualunque decisione presa e i se e i forse si fanno largo in un turbinio di pensieri che culminano in una disperata richiesta di aiuto, prendi il cellulare in mano…e leggi un messaggio “ ti va di scrivere per il nostro blog?? il tema del mese è novità”

Inizialmente pensi “ma no, cosa ho io da dire?? che apporto posso dare? ci saranno sicuramente miliardi di professionisti più idonei di me” ma nelle ore successive continui“a pensare cosa avresti da dire” e allora pensi “e no Dani mi sa che qualcosina da dire ce l’hai e forse questo messaggio è giunto proprio nel momento giusto, nel momento in cui pensi che hai sbagliato tutto, che forse non sei in grado di reggere tutto, che forse hai bisogno di un supporto, che forse devi mollare…che forse, che forse….”

Novità….

Nessun concetto potrebbe essere più adatto a me, quella che nella scelta del gelato cerca sempre il gusto nuovo, quello che non ha mai assaggiato! Quella che ha necessità di provare, per non perdere la motivazione, ogni anno, una disciplina sportiva diversa; quella che in pochi mesi ha cambiato tre posti di lavoro perché ciascuno di essi era nuovo e stimolante.

Io credo che il termine novità si sposi bene con il termine curiosità, perché bisogna essere curiosi non solo per provare qualcosa di nuovo ma anche per riscoprire ciò che conoscevamo già, una persona, un luogo, un libro…

Per me non è stata una novità il voler fare l’assistente sociale;  sin dall’infanzia, infatti,  sapevo di voler aiutare il prossimo, il come??? Forse non l’ho ancora ben chiaro…a poco a poco aggiungo un mattoncino alla mia strada e lentamente il mio progetto prende forma, una forma sempre in divenire che oggi ha il nome di:

“Il Mondo del Piccolo Principe”

Questo progetto non, è però, solo mio, ma anzi, è anche, e aggiungerei, principalmente, di Barbara e Barbara, due psicoterapeute che ancor prima di me hanno creduto in un progetto di aiuto a 360°.

Da cosa nasce il nostro progetto?

Nel corso delle diverse esperienze lavorative ci siamo rese conto  del senso di isolamento e di disorientamento che vivono, non  solo i bambini e i ragazzi con disabilità, ma anche e spesso, soprattutto, le loro famiglie, non solo nel momento ma anche dopo la diagnosi della disabilità.

La nascita di un bambino disabile o il momento della scoperta del disturbo è un fenomeno dirompente all’interno del ciclo di vita di una famiglia, tale da produrre una crisi di ampia portata.

Infatti, quando nasce un bambino disabile l’evento si connota come altamente stressante, anche perché le fonti di gratificazione sono ridotte. (Harris, Boyle, Fong, Gill, Stanger, 1987).

Alla luce di tutto ciò abbiamo pensato di progettare un servizio la cui mission sia quella di offrire un trattamento specialistico dei disturbi dello sviluppo, che tenga conto non solo degli aspetti clinici ma anche di quelli burocratici ed emotivo-relazionali, il tutto all’interno di una cornice di collaborazione, fiducia e familiarità.

Oltre ai classici interventi quali le consulenze psicologiche, le psicoterapie, le consulenze sociali ecc, il nostro studio propone degli incontri di gruppo periodici che coinvolgono i genitori dei bambini in carico. Tale servizio, al momento autofinanziato dai genitori stessi, ha avuto un notevole successo, direi forse anche inaspettato da parte di noi professioniste, l’alta adesione da parte di entrambi i genitori ci ha permesso di comprendere quanto sia indispensabile per le famiglie,  in cui è presente un bambino con un disturbo dello sviluppo, il confronto, la condivisione del quotidiano, dei successi, ma anche, delle difficoltà che ogni giorno si affrontano.

E visto il grande successo e l’entusiasmo da parte dei partecipanti vorremmo nel prossimo futuro- perché ciascun progetto richiede del tempo per essere studiato ed organizzato al meglio- proporre la partecipazione ai gruppi non solo ai genitori  ma anche ai fratelli e/o sorelle e alle famiglie allargate,  ai nonni, agli zii ecc. La diagnosi della disabilità non disorienta solo la famiglia ristretta ma anche tutti coloro che stanno intorno ad essa, la crisi di cui si è parlato sopra non riguarda, infatti, solo le relazioni all’interno del nucleo ristretto ma anche tra questo e il resto della famiglia non è raro infatti sentire un genitore dire “prima andavamo dai nonni spesso ma da quando c’è stata la diagnosi ci andiamo meno, perché non accettano che sia così e non riconoscono che con lui è necessario utilizzare delle modalità educative differenti”.

Dopo solo il primo incontro con i genitori è stato proposto la creazione di un gruppo di “auto-mutuo aiuto” attraverso whatsApp. Il gruppo si chiama Sosteniamoci e i genitori, ma devo dire la verità, la principale partecipazione è delle madri, scrivono giornalmente pensieri, dubbi, inviano foto e chiedono consigli, non tanto a noi professioniste quanto agli altri genitori; anche ora, mentre scrivo, una mamma ha inviato una foto di suo figlio che svolge un’attività che molti potrebbero considerare “normale” ma che per loro è considerata una grande conquista e chi meglio di chi vive giornalmente le stesse difficoltà può comprendere la grandiosità di ciò???

  

In questo gruppo emerge il bisogno di sentirsi “normali”, le mamme si sentono libere di poter condividere qualunque cosa come ad esempio un video del proprio figlio che gioca con i palloncini ad una festa di compleanno, senza disperarsi o scappare, e sanno che tutti riconosceranno che si tratta di  un grande successo e che nessuno verrà impietosito da ciò. Noi professioniste stiamo dietro il sipario, leggiamo i messaggi e interveniamo solo in poche occasioni, solo quando il dubbio di una mamma non trova risposta dalle altre o quando notiamo vi sia poca chiarezza circa un argomento, altrimenti stiamo lì dietro ad “Ascoltare” ad imparare da loro, e credetemi hanno molto da insegnare!!!

Per me novità è…..curiosità, nel scoprire cose nuove o nel reinventarsi. Intendo quella curiosità che ti porta a non sentirti mai arrivato ma che ti spinge a ricercare sempre modi nuovi per fare le cose, curiosità che ti porta a mischiare sempre le carte in tavola, perché a volte solo modificare la posizione degli elementi già in nostro possesso può dare vita a qualcosa di nuovo e portare a dei risultati sorprendenti!!!