E’ iniziata una nuova settimana ed eccoci puntuali con un nuovo contributo sul tema del mese!
Chi ci regala un testo che intreccia i concetti di apprendimento e felicità ma ci racconta anche di una innovativa creazione professionale è Barbara Celia!
Assistente sociale esperta in ambito giuridico, consulente del Ministero della Giustizia e componente del gruppo esperti della Cooperativa Sociale E.T, ma anche docente formatore e mamma!
Ha avuto entrambe noi come colleghe, ahilei!
Seguite qui il progetto,
mettetevi comodi
e
buona lettura!!
Apprendere: voce del verbo avere sete. Una sete che gusta, assaggia, desidera. E che ad un certo punto trabocca e irriga.
A volte mi guardo indietro e scopro questo sapore e questo regalo della vita. L’aver voglia di imparare e la capacità di stupirmi dell’incontro con chi, diverso da me, sa raccontarmi cose nuove sulla vita.
Sorrido quando i giovani che incontro arrivano entusiasti alla laurea e dicono “finalmente è finita”, “ho smesso di studiare”. Sorrido perché il mio augurio inconfessato è: “ti auguro che non sia così”.
La felicità e la soddisfazione del mio lavoro nascono da questo: che è sempre tutto un “già e non ancora”, un apprendere, un imparare e un poter poi raccontare.
Lavorando nel sociale respiri la vita, entri nelle case, conosci storie, incontri volti e la realtà spesso supera la fantasia; e il mondo accademico assume forme e colori che i libri spesso restituiscono sbiaditi.
Da questo desiderio è nata da un anno una piccola creazione professionale. Un luogo di incontro tra professionisti diversi: assistenti sociali, educatori, psicologi, counselor, pedagogisti… e chissà chi arriverà ancora?!
Un’equipe appassionata che vuole aprire mente e sguardo verso le persone e verso il sapere.
“Open Mind”: un progetto sostenuto dalla Cooperativa E.T. che pian piano prende forma in base alle persone, alle loro esigenze e alle loro richieste. Un gruppo di “esperti” che vogliono guardare alcune questioni da diversi punti di vista. Molti di noi hanno più di una laurea, specializzazioni eppure ci accorgiamo che l’altro può regalarci nuovi sguardi e che insieme è tutto più ricco.
Da soli non bastiamo a noi stessi. Senza l’altro il nostro sapere sfugge.
Quest’anno abbiamo lavorato molto con gli insegnati, loro ci hanno accompagnato verso il mondo dei genitori e i genitori ci hanno chiesto di lavorare coi loro figli. E dagli occhi dei ragazzi rivediamo la passione, i desideri e le paure degli adulti, in un intreccio di storie che a volte conduciamo e altro volte ci conducono.
Nuove riflessioni, nuovi incontri e nel mio offrire un sapere, oggi, mi sento arricchita e grazie alle persone che mi ascoltano e si confrontano mi accorgo di poter regalare nuovi dettagli, nuove attenzioni.
Nell’incontro ci si presenta, ci si sfiora, si stringe un patto a doppio binario e spesso nella vita è più quello che ricevi, di quello che puoi restituire.
Nella cameretta di mia figlia, insieme ad un’amica assistente sociale e a mia sorella abbiamo disegnato questa vignetta.
Penso sia il traguardo e il desiderio di ogni vita. Essere vergognosamente felici. E non lo si può mai fare stando da soli.
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