Il terzo contributo sul tema del mese, la complessità,
ci è stato regalato da Laura Picco una giovane, competente e  creativa  collega Assistente Sociale .
Laura è stata conosciuta da una di noi , ormai due anni fa, nella veste di volontaria di Servizio Civile nel suo periodo di operatività presso l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Torino ed Asti e oggi …è una nostra partner nell’ambito del progetto C.A.R.O.T.A. presso la Casa nel Parco, la Casa del Quartiere di  Mirafiori Sud
perchè, per la Cooperativa Patchanka, si occupa dello  Sportello di Casa del Lavoro
Laura ci ha donato il suo sguardo poetico e avventuroso sulla complessità, attraverso un contributo che dimostra appieno il percorso professionale che ha scelto di intraprendere : la formazione in Social Art, con l’obiettivo di uscire dagli schemi e utilizzare approcci creativi ed artistici nel mondo del sociale !
E’ appena tornata da Budapest dove è stata immersa in una formazione in Teatro Sociale
…e il suo contributo pieno di arte, avventura e speranza, vi porterà in un mondo di possibilità , il mondo verso cui   giovani collegh* motivat* e creativ* come Laura sono pront* a salpare!
Buona lettura a tutti voi e Grazie Laura!!!

Complessità.
Ho sempre detestato le poesie in rima ma poi chissà quando è ora di scrivere uso sempre questa forma qua.
Sicuramente è scarsa preparazione,
poco studio, troppa confusione.
Mi chiedo perciò se sia questa la complessità:un’idea, un’opinione che si rivela di difficile realizzazione.
Ho consultato il dizionario per una delucidazione ma non ottenuto la giusta soluzione.
Volevo una risposta così semplice da poterla inserire in una poesia per bambini ma ho trovato un insieme di parole complicate, che per capirle bisogna collegarle, come nel gioco dei puntini.
Il mio lavoro è complicato ma è il primo sogno che ho davvero bramato.
La mia professione è come una città, un insieme di elementi: luci, suoni, colori, odori, persone e sentimenti.
Intere giornate che sfilano in velocità, settimane, mesi, anni, la vita corre e tu dietro lei ti affanni.
Faccio un lavoro strano, dinamico, un po’ balzano; alcuni lo odiano e cerco loro di spiegare perché è sbagliato disprezzare.
Le persone spesso cercano soluzioni, fanno domande, pongono obiezioni
e io le guardo con gli occhi sgranati e il cuore pieno d’angoscia:
soluzioni non ne ho e la mia mente scroscia idee a pioggia su come supportare, migliorare.
Non sono un supereroe che interviene senza domandare se essere salvati è la cosa giusta da fare;
sono un marinaio che insieme alla ciurma ammaina le vele,
e si ferma a pensare: tutto è complesso
ma basta sminuzzare in piccoli tasselli i problemi più ribelli per renderli innocui come agnelli.